Puntiamo oltre il Coronavirus |
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Scritto da Gabriele Adinolfi
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Sabato 14 Marzo 2020 01:57 |
 Dovremo far fronte ai disastri sociali e possiamo riuscirci
Coronavirus. L'Italia è in quarantena, molte nazioni europee rischiano di entrarvi. Nessuno sa quando e come se ne uscirà. Alcuni effetti sono già prevedibili. I danni all'economia saranno enormi. Molte imprese falliranno e tantissima gente perderà il lavoro in una fase drammatica per tutto l'occidente. I ceti produttivi, i piccoli produttori, i commercianti, sono a rischio di sopravvivenza. Di molti salariati neanche a parlare. Quali che siano le future contromosse, si va sempre di più incontro al dislivello sociale. Il modello privatistico di tipo americano, anche nell'assistenza, potrebbe imporsi. I diritti acquisiti nel XX secolo si ridurranno progressivamente. Dovremo affrontare un momento drammatico e sarà opportuno giungervi preparati. Bisognerà creare delle vere e proprie forme di organizzazione sociale e di solidarietà. Un po' come il mutuo soccorso del tempo in cui non si era avviato ancora lo stato sociale. Serviranno anche reti di contatto, di distribuzione, di finanziamento comune. Da affiancare a quelle di garanzia (ad esempio tra gli Stake Holders in Europa). Non sto parlando di organizzazioni di setta o di piccolo gruppo, ma di organizzazioni consistenti per il rilancio dell'iniziativa e dell'autonomia. Solo il coordinamento delle forze potrà consentirci di rigenerare tutto. Ritengo che si debba procedere gradualmente ma che si debba anche giocare d'anticipo. Chi abbia già capito qual è l'esigenza mi contatti:
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Potremo avviare qualche struttura dormiente da attivare quando necessario e iniziare ad organizzare le reti di comunicazione e di diffusione. I più se ne accorgeranno tardi, ma se in pochi avremo agito in anticipo, sarà un bene per tutti.
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