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Per il Papa i giornalisti non possono giocare a calcio PDF Stampa E-mail
Scritto da ansa   
Mercoledì 25 Settembre 2019 00:04


Perché undici così non li troveremo davvero

"Il giornalista - che è il cronista della storia - è chiamato a ricostruire la memoria dei fatti, a lavorare per la coesione sociale, a dire la verità ad ogni costo: c'è anche una 'parresia' del giornalista, sempre rispettosa, mai arrogante". Lo ha detto il Papa ricevendo l'Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana) nel suo 60/o anniversario.
"Per rinnovare la vostra sintonia con il magistero della Chiesa - ha sollecitato Francesco - vi esorto ad essere voce della coscienza di un giornalismo capace di distinguere il bene dal male, le scelte umane da quelle disumane. Perché oggi c'è una mescolanza lì che non si distingue, voi dovete aiutare in questo". Questo significa, ha proseguito, "anche essere liberi di fronte all'audience: parlare con lo stile evangelico: 'sì, sì', 'no, no', perché il di più viene dal maligno (cfr Mt 5,37)". Per il Papa, "la comunicazione ha bisogno di parole vere in mezzo a tante parole vuote. E in questo avete una grande responsabilità: le vostre parole raccontano il mondo e lo modellano, i vostri racconti possono generare spazi di libertà o di schiavitù, di responsabilità o di dipendenza dal potere".

 

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