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Storia&sorte
Miguel Serrano PDF Stampa E-mail
Scritto da id-press.eu   
Giovedì 05 Marzo 2009 01:00

La dipartita del diplomatico e letterato cileno

Ex ambasciatore del Cile in India, Jugoslavia, Romania, Bulgaria, Austria e presso le Nazioni Unite.

Amico personale di Nehru, Indira Gandi e del Dalai Lama, appartenne al “Circolo ermetico” insieme a CG Jung ed Herman Hesse.

Scrittore prestigioso, partecipò alla rinomata "Generación del 38", la più importante della letteratura cilena del Novecento. Libri come "La serpiente del paraíso", "Nos. El libro de la resurreción", o "Las visitas de la Reina de Saba" sono ancora pilastri della letteratura andina.

Profondamente identificato nel nazionalsocialismo e gran conoscitore della metafisica indù, dell'alchimia e della tradizione europea, oltrepassò sabato scorso all'età di 91 anni.

 
Come colonia abbiamo le carte in regola PDF Stampa E-mail
Scritto da ansa   
Mercoledì 04 Marzo 2009 01:00

Pende verso il piemontese Feminis la bilancia per decidere chi fu l'inventore dell'acqua di colonia. L'alternativa, Farina, piace a francesi e tedeschi

Una guerra sorda, condotta da almeno tre secoli e combattuta a partire dalla Val Vigezzo, in Piemonte, con il coinvolgimento di Francia e Germania, potrebbe avere fine grazie alla scoperta di una ricercatrice che l'ANSA è in grado di rivelare. La Val Vigezzo è la valle dei pittori, degli spazzacamini e dell'inventore dell'Acqua di Colonia, il casus belli. Già, perché su chi produsse per primo il profumo famoso in tutto il mondo - ricetta ancora segretissima, come quella della Coca-Cola o delle Alici Rizzoli - è da sempre aperta polemica. Fu Giovanni Maria Farina (1685-1766) oppure Paolo Feminis (1666 -1736)? Entrambi di Crana, in Val Vigezzo. Entrambi emigrati in Germania, forse pure imparentati. E questa pare sia l'unica cosa sulla quale tutti erano fino ad ora d'accordo. Per il resto guerra aperta tra i Farina di Colonia e i sostenitori di Feminis. Ma Silvia Ceccomori, che da anni si dedica alla storia della vallata, ha trovato in una biblioteca di Parigi i foglietti che venivano allegati all'Acqua in cui Giovanni Antonio Farina (1718-1787), nipote di Giovanni Maria, attesta che quell'Aqua Mirabilis, poi Acqua di Colonia, delicata miscela di olio di neroli, bergamotto, lavanda e rosmarino fu "inventata da Paolo Feminis, italiano e già distillatore di Colonia". Dunque Feminis era a capo di un laboratorio dove si produceva l'Acqua e Antonio Farina fu l'erede al quale venne trasmesso il segreto di fabbricazione. Suo nipote, nel 1806, fonderà a Parigi la Jean Marie Farina,in seguito ceduta a Roger et Gallet. Una conferma, in sostanza, di quanto tenacemente sostenuto dal Comune di Santa Maria Maggiore, oggi il principale paese della vallata: Feminis inventò la colonia, un Farina la diffuse in tutto il mondo. Figuriamoci. Gli eredi tedeschi dei Farina, all'ottava generazione, con un marchio prestigioso da secoli tra le mani, una fabbrica prosperosa di profumi a Colonia, non avevano finora voluto sentir ragione. Nel dicembre del 2007 avevano scritto al Comune di Santa Maria proponendogli per quest'anno, 2009, l'organizzazione di un evento celebrativo "per i 300 anni della fabbrica di profumo più antica del mondo, "Johann Maria Farina gegenuber dem Julichsplatz'". Avrebbero perfino messo a disposizione "una grande quantità di oggetti e documenti" - si legge in una lettera al Comune - per l'allestimento temporaneo di un Museo del Profumo. E i loro documenti attesterebbero inequivocabilmente che l'inventore dell'Acqua è il loro antenato. Santa Maria invece dà un'altra versione. Nel sito del Comune è scritto: " Giovanni Paolo Feminis, sulle orme di tanti convalligiani, lasciò ancor ragazzo la Valle Vigezzo, raggiungendo la Germania per praticarvi il commercio, prima a Rheinberg e in seguito a Magonza sul Reno e a Colonia, dove poté dare sfogo alla sua predisposizione per gli infusi medicamentosi e l'erboristeria, aprendo una distilleria e vendendo localmente, fra gli altri profumi, una straordinaria "aqua mirabilis" a base di alcool e di essenze finissime, alla cui formula avrebbero contribuito i preziosi consigli contenuti in una pergamena consegnatagli da un monaco, col quale il Feminis sarebbe stato in rapporto di affettuosa corrispondenza." “Nessun brevetto, nessuna ricetta, nessun appunto: solo la tradizione vuole che Feminis abbia tramandato i segreti della sua arte alla famiglia Farina" replica la rinomata ditta tedesca accusando i sostenitori del Feminis di "avere condotto delle indagini storiografiche basate più sulla leggenda e sulla chiacchiera". Il documento trovato ora da Silvia Ceccomori metterebbe fine alla querelle secolare. L'attestato da lei rinvenuto porta la firma di Mathieu Seutter della facoltà di medicina di Colonia, 13 gennaio 1727. Difficile dunque che la diffida tedesca al Comune di Santa Maria vada a buon fine: "Vogliate quindi correggere le informazioni non corrispondenti a realtà sul vostro sito e indicare il profumiere Giovanni Maria Farina come unico vero ideatore dell'Acqua
 
Una zomper PDF Stampa E-mail
Scritto da ansa   
Martedì 03 Marzo 2009 01:00

Saltato definitivamente il depistaggio che aveva avuto per oggetto Zornitta. E intanto nessuno si è più occupato dei bombaroli di Aviano...

Temeva un colpo di coda, un imprevisto di qualunque tipo che all'ultimo momento l'avrebbe rigettato nell'incubo: Elvo Zornitta, l'ingegnere di Azzano Decimo (Pordenone), unico indagato nell'inchiesta sugli attentati attribuiti a Unabomber, invece, da oggi può tirare un sospiro di sollievo. Lui, che a causa del misterioso bombarolo del Nordest, ha perso il lavoro, la serenità e un mucchio di denaro per far valere la sua verità, da oggi, ufficialmente, con Unabomber non ha proprio più nulla da dividere. Lo aveva già sostenuto il sostituto Procuratore di Trieste, Federico Frezza, ultimo di una schiera di magistrati che in circa 15 anni di sono occupati di Unabomber. Il 30 dicembre Frezza aveva formalizzato la sua richiesta di archiviazione del procedimento contro Zornitta per mancanza di ''elementi sufficienti per sostenere l'accusa in giudizio''. Oggi il Gip di Trieste, Enzo Truncellito, ha accolto quella richiesta e ha firmato il decreto di archiviazione: anni d'indagini, più di venti magistrati di quattro Procure, decine di investigatori, un intero pool interforze, non sono riusciti a dare valore di prova a quelli che si sono dimostrati essere semplici sospetti nei confronti di Zornitta e che, come tali, valgono assolutamente nulla in un'aula di giustizia. Anzi, quella che doveva essere la prova regina contro l'ingegnere friulano (un lamierino trovato in un ordigno inesploso con le tracce lasciate da un paio di forbici di Zornitta), si è trasformata nella chiave di volta del suo proscioglimento: per quel lamierino c'è l'ipotesi, tuttora all'esame del Tribunale di Venezia, che il lamierino sia stato manomesso da uno degli investigatori, Ezio Zernar, proprio per incastrare Zornitta. Alla luce di questo e visto lo stato delle indagini - lo ha ammesso lo stesso Procuratore di Trieste, Michele Dalla Costa - l'archiviazione ''è la soluzione piu' soddisfacente'', anche perché consente, qualora dovessero emergere nuovi elementi, di riaprire le indagini sugli oltre 30 attentati (con decine di feriti, anche bambini e anziani) attribuiti negli ultimi 15 anni a Unabomber ed, eventualmente, anche su Zornitta. L'ingegnere friulano (che era indagato per le ipotesi di reato di lesioni personali gravissime e utilizzo di materiale esplosivo) esce così da una scena sulla quale era stato trascinato per una serie di indizi che avevano portato a indicarlo come il bombarolo del Nordest: dalle fialette di aromi per i dolci, ai contenitori di sorprese degli ovetti Kinder, fino ai fuochi pirotecnici preparati - a suo dire - per la figlia nel giardino di casa. Oggi, che ''è finita per davvero'', per usare le sue stesse parole, Zornitta non nasconde la sua soddisfazione. Ricorda ''il calvario di questi anni''; ringrazia la moglie e la figlia, gli avvocati Maurizio Paniz e Paolo Dell'Agnolo che lo hanno assistito; dice che ''finalmente e' arrivato il momento di aprire una bottiglia di spumante che da troppo tempo aspetta in frigo'' ed esprime un solo desiderio: quello di tornare ad avere un lavoro adeguato alla sua preparazione professionale e alle sue qualità. Ai 2,5 milioni di euro di risarcimento che ha chiesto a Zernar e allo Stato fa solo un cenno ''perché - spiega - i soldi non mi restituiranno mai nemmeno un'unghia di ciò che io e la mia famiglia abbiamo dovuto passare''. Al bombarolo (o ai bombaroli, come ipotizza il pm Frezza nella sua richiesta di archiviazione), riserva poche parole. ''Il suo silenzio - dice - mi fa paura, ma anche sperare. Se non ha ripreso questa sfida al mondo intero, in cui si sente un sovrano, un Dio di questa terra, c'è motivo di sperare che sia successo qualcosa che gli ha impedito di agire e - conclude con amarezza - tutti sanno a cosa mi riferisco''.

Saltato definitivamente il depistaggio che aveva avuto per oggetto Zornitta. E intanto nessuno si è più o

 
Mikis PDF Stampa E-mail
Scritto da noreporter   
Sabato 28 Febbraio 2009 01:00

Trentaquattro anni fa l'assassinio di Mantakas inaugurava gli anni di piombo

Il 28 febbraio 1975 l'assassinio dello studente greco Mikis Mantakas, ad opera di un plotone comunista, apriva la serie delle uccisioni da arma da fuoco. L'omicidio avveniva all'ingresso della sezione romana Prati del Msi, tra via Ottaviano e Piazza Risorgimento. Occasione dell'apertura della stagione del piombo era il processo che si stava tenendo nel vicino tribunale di Piazzale Clodio ai tre responsabili identificati della strage di Primavalle in cui, ventuno mesi prima, erano arsi vivi Virgilio e Stefano Mattei, 22 e 8 anni. I giovani missini e i comunisti si erano contesi l'aula del tribunale e i secondi avevano avuto ripetutamente la peggio. Quella mattina si presentarono armati e iniziarono a fare fuoco, senza successo, già nel piazzale. Le forze dell'ordine impedirono l'accesso al palazzo di giustizia e i missini ripiegarono nella sezione Prati. A metà mattinata si verificò un assalto comunista alla sezione, chi si trovava dentro uscì per respingerlo. Fu allora che gli assalitori si aprirono a ventaglio e alcuni di loro fecero fuoco. Mikis Mantakas, 21 anni, iscritto al Fuan, fu colpito alla testa e morì poco dopo. Gli stragisti di Primavalle frattanto vennero trattati con i guanti bianchi dal tribunale, se la cavarono con una condanna risibile e vergognosa di “omicidio preterintenzionale”. Uno di loro, Achille Lollo, rifugiatosi in Brasile dove opera nel clan di Lula, non ha perso occasione successivamente di mostrare che genere di personaggio abietto sia. Ma questa è un'altra storia. Pensiamo invece a ricordare il giovane greco venuto a morire a Roma per la civiltà. Alalà!
 
Vaniloqui atlantidei PDF Stampa E-mail
Scritto da ansa   
Lunedì 23 Febbraio 2009 01:00

Gli inglesi e la loro versione della Terra Sommersa

La mitica Atlantide sarebbe stata vista in fondo all'Oceano Atlantico da Google Ocean, nuovo servizio di Google Earth. Lo rivela il Sun. La traccia della presunta Atlantide, a giudicare dalle foto del tabloid inglese, è un rettangolo attraversato da 'strade', situato sul fondo dell'oceano a circa 620 miglia marine a ovest dell'Africa. Avrebbe una superficie di circa 20.000 kmq. Una delle teorie sulla sparizione di Atlantide è che essa sia stata inghiottita dal mare in seguito a un terremoto.
 
Un anno fa nasceva Casa Pound PDF Stampa E-mail
Scritto da noreporter   
Lunedì 27 Dicembre 2004 01:00

La notte tra il 26 e il 27 dicembre del 2003 il nucleo storico delle ONC creava la prima OSA che oggi è un modello a respiro internazionale

La notte tra il 26 e il 27 dicembre del 2003 il nucleo storico delle Occupazioni Non Conformi creava la prima Occupazione a Scopo Abitativo che oggi è un modello a respiro internazionale.
 
Peter Pan PDF Stampa E-mail
Scritto da Ansa   
Domenica 26 Dicembre 2004 01:00

L’eterno fanciullo, simbolo di Giovinezza e di fantasia, compie un secolo. È stato messo in scena la prima volta il 27 dicembre 1904

Il 27 dicembre il personaggio di Peter Pan compie 100 anni. Fu proprio in quella data infatti, nel 1904, che la commedia di James Matthew Barrie fu rappresentata per la prima volta al teatro 'Duke of York' di Londra...

Peter Pan aveva in realtà già fatto capolino in una precedente storia di Barrie nel 1902, ma è solo nel 1904 che la sua vicenda assume i contorni che conosciamo oggi. La commedia ebbe, com'è noto, un grandissimo successo e fu poi trasportata in un libro ed infine in numerosi film, dall'ultima versione dello scorso anno di P.J. Hogan a quella classica disneyana passando per 'Hook' di Steven Spielberg.

 
Il Natale Solare PDF Stampa E-mail
Scritto da Julius Evola   
Sabato 25 Dicembre 2004 01:00

Alle radici della festa cristiana vi è un più antico mistero di resurrezione e rinascita di un principio di “luce” e di nuova vita, ma anche di Imperiurn, nel senso più alto e augusto del termine

Fra gli altri, a due risaltati di non poco momento dovrebbe condurre la dottrina della razza sul piano spirituale: in primo luogo, con un ritorno alle origini, essa dovrebbe riportare alla luce i significati più profondi di tradizioni e di simboli, che si sono oscurati nei corsi dei millenni, sì da non sopravviverne che frammenti sparsi, decaduti in consuetudini e in feste convenzionali. In secondo luogo - e non senza relazione a ciò - la dottrina della razza dovrebbe ridestare la sensibilità per una conce­zione vivente del mondo e della natura, a limitare il potere di quella razionalistica, profana, scientista e fenomenicista, da cui l’uomo occidentale è stato sedottoormai da secoli. E, in ordine a questo senso vivente e spirituale delle cose e dei fenomeni, i migliori punti di riferimento possono essere dati soprattutto dalle concezioni « solari » ed eroiche, che le più antiche tradizioni arie ebbero in proprio. Ben pochi sospettano che le feste di questi giorni, che ancor oggi, nel secolo dei grattacieli, della radio, dei grandi movimenti di folle, si celebrano e nelle cosmopoli così come fra trincee, macchine di guerra e masse com­battenti, continuano una tradizione remota, riportandoci ai tempi ove, quasi all’aurora dell’umanità, s’iniziò il moto ascendente della prima civiltà aria; una tradizione, in cui peraltro si espresse meno una particolare credenza degli uomini, che la gran voce delle stesse cose. Volendo qui dir qualcosa in proposito, va anzitutto ricordato un fatto da molti ignorato, vale a dire, che in origine la data del Natale e quella dell’inizio del nuovo anno coincidevano, non essendo questa data arbitraria, ma connessa ad un preciso avvenimento cosmico, al solstizio d’inverno. Il solstizio d’inverno cade, infatti, nel 25 dicem­bre, che è la data del Natale successivamente conosciuto, ma che nelle origini ha avuto un significato essenzialmente « solare ». Ciò appare ancora in Roma antica: la data na­talizia in Roma antica era quella del risorgere del Sole, dio invitto - Natalis solis invicti -. Con essa, come giorno del sole nuovo - dies solis novi - nell’epoca imperiale prendeva inizio l’anno nuovo, il nuovo ciclo. Ma questo « natale solare » di Roma del periodo imperiale, a sua volta, rimanda ad una tradizione assai più remota d’origine nordico-aria. Del resto, Sol, la divinità solare appare già fra i dii indigetes, cioè fra le divinità delle origini romane, ricevute da ancor più lontani cicli di civiltà. In realtà, come diremo, la religione solare del periodo impe­riale, in larga misura ebbe il significato di una ripresa e quasi di una rinascenza, purtroppo alterata da vari fattori di decomposizione, di un antichissimo retaggio ano. Già la preistoria italica preromana è ricca di tracce del detto culto solare: carri solari, dischi radiati, stelle radiate, croci d’ogni tipo, non escluse le croci uncinate incise p. es. in asce arcaiche rinvenute in Piemonte e nella Liguria. Per tal via può constatarsi il passaggio, nell’Italia anti­chissima, della stessa tradizione, che lasciò fin dall’età della pietra tracce consimili lungo tutti gli itinerari delle grandi migrazioni ano-occidentali e nordico-arie. Simboli, segni, jerogrammi, notazioni calendariche o astrali rudimentali, figurazioni su vasi, armi od ornamenti, enigmatiche dispo­sizioni di pietre rituali o di caverne, poi, più tardi, riti e miti sopravvissuti in civiltà più tarde, se studiati se­condo i nuovi punti di vista propri all’indagine spirituale e razziale del mondo delle origini, forniscono peraltro te­stimonianz
 
Natale di Federico PDF Stampa E-mail
Scritto da noreporter   
Venerdì 24 Dicembre 2004 01:00

Poco più di otto secoli fa nasceva in Italia Federico II di Svevia, forse il più grande imperatore di tutti i tempi. Dopo aver vinto l’eresia e liberato la via per Gerusalemme venne scomunicato dal papa per gelosia

Federico II di Svevia, Stupor Mundi, nasceva nell’italica Jesi il 26 dicembre (secondo alcuni il 25) del 1194. Ottocentodieci anni fa. Il padre Enrico VI, figlio del Barbarossa, destinò a lui l'eredità del regno in Italia meridionale che apparteneva a sua moglie Costanza d’Altavilla. Nel 1198, anno in cui scomparve anche Costanza, Federico a soli quattro fu incoronato Re di Sicilia, Duca di Puglia e Principe di Capua. E fu affidato alla tutela del Pontefice Innocenzo III. Per lui il Papa avrebbe voluto un destino tranquillo, lontano dalla vita politica. Ma nelle vene di Federico scorreva il sangue degli Hohenstaufen. Dopo aver completato l’opera di rinnovamento del Regno di Sicilia (il più avanzato al mondo come leggi e codici civili) ricostruì l’Impero ed intraprese la centralizzazione. Nel Sud, dove si stabilì prevalentemente, combatté i privilegi dei signorotti, le imposizioni vessatorie e assicurò la sicurezza e la viabilità. Nel 1224 istituì a Napoli la Prima Università statale della storia. Diede poi vita alla Scuola Medica di Salerno. Attualizzò e rinverdì il senso sacrale dell’Auctoritas ponendolo al centro dell’intero costrutto giuridico-filosofico ed intraprese un regno di pace e di equità dando particolare vigore alla lotta all’usura. Combatté vittoriosamente gli eretici e riuscì a liberare nuovamente l’accesso a Gerusalemme che i cristiani avevano perso. Il papa, geloso e folle di rabbia, lo scomunicò per aver difeso vittoriosamente la fede ! (Qualcosa di analogo sarebbe successo sette secoli dopo nei confronti di Charles Maurras il capo dell’Action Française scomunicato dal papa per aver difeso con successo il trono e l’altare). Mecenate, protettore delle arti e delle scienze, prestigioso e ammirato imperatore, Federico morì il 13 dicembre 1250. Alla sua morte il partito guelfo, ringalluzzito, perseguitò e annientò la sua discendenza dando prova di una rabbia vendicativa assai rivelatrice. Smantellando l’architettura armonica dell’Impero svevo il papato e i suoi alleati favorirono l’individualismo, il particolarismo e l’usura gettando le basi del leviatano mondialista contro il quale oggi alzano talvolta la voce. Ma come dice il detto popolare: “chi è causa del suo mal…”

 
L’ultimo Lord PDF Stampa E-mail
Scritto da noreporter   
Domenica 19 Dicembre 2004 01:00

Cinquantanove anni fa veniva impiccato John Amery, coraggioso nazionalista inglese che si era opposto alla congiura internazionalista della combriccola Churchill

Il 19 dicembre 1945 veniva impiccato nella prigione di Wandsworth John Amery unico cittadino britannico insieme a William Joyce condannato a morte per tradimento. Figlio di un Segretario di Stato per le Indie, volontario in Spagna e iscrittosi in Francia al PPF aveva dato,come Pound, la sua voce all’Italia fascista, convinto com’era che la combriccola al potere rovinasse gli interessi e l’integrità della Gran Bretagna a vantaggio di un intreccio di lobbies internazionaliste. Il boia che lo impiccò ebbe a dire a fine carrirera di non aver mai incontrato un uomo altrettanto coraggioso di fronte alla morte.

 
Asso dei cieli PDF Stampa E-mail
Scritto da E.Ratier – P.Parment   
Sabato 18 Dicembre 2004 01:00

Ventidue anni fa saliva al cielo, per l’ultima volta, Hans Ulrich Rudel, asso degli assi della guerra aerea. Aveva cercato di trarre in salvo Adolf Hitler e nel dopoguerra aveva rifiutato sdegnosamente la “denazificazione”

Il 18 dicembre 1982 moriva a Rosenheim Hans Ulrich Rudel, asso dell’aviazione tedesca. Nato nel 1916, fu il soldato più decorato della Seconda Guerra Mondiale, cavaliere della Croce di Ferro con Foglie di Quercia in oro, spade e diamanti.

Nel settembre 1941 affondava un incrociatore sovietico e una nave da combattimento.

Catturato dai sovietici nel marzo 1944, riusciva ad evadere. Nel febbraio 1945 veniva nuovamente abbattuto perdendo la gamba destra. Alla guida di un aereo a pedali speciali avrebbe distrutto ancora 26 carri armati.  Nell’aprile, insieme all’altra eroina dell’aria Anna Reich riusciva a forzare l’accerchiamento di Berlino per cercare di portare in salvo Adolf Hitler che rifiutava avendo scelto di cadere con la città.

Il bilancio bellico di Rudel: 2530 missioni, 532 carri armati come preda.

Riiutandosi di negare le proprie convinzioni nel dopoguerra Rudel sfuggiva la “denazificazione” esiliandosi volontariamente in Argentina prima di tornare in Germania dove avrebbe continuato a militare nelle file nazionaliste. Il giorno del suo funerale, rompendo i divieti, numerosi caccia tedeschi sorvoleranno la sua tomba.

 

 
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