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Quando si dice essere pazienti PDF Stampa E-mail
Scritto da adnkronos   
Lunedì 13 Febbraio 2023 00:30


Diverse regioni italiane hanno cancellato il medico di famiglia

Per un mero errore interpretativo, alcune Regioni hanno deciso di impedire ai medici in formazione di assumere incarichi provvisori e di sostituzione di medicina generale, lasciando quasi 2 milioni di cittadini senza medico di famiglia, migliaia di ambulatori territoriali di Continuità assistenziale (ex guardia medica) scoperti e centinaia di presidi di emergenza territoriale senza medici del 118. La denuncia arriva dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg).
"Stiamo assistendo ad uno scandaloso paradosso - commenta la Segretaria nazionale della Fimmg Formazione, Erika Schembri - più di 5mila medici che finora hanno garantito l’assistenza a milioni di cittadini non potranno più farlo, a causa di un’interpretazione arbitraria di alcune Regioni che hanno deciso di impedire a questi medici di mantenere gli incarichi e di riconoscerli come parte del percorso formativo, per un mero dubbio su quanto previsto dalla normativa vigente".
Già dal 2018 infatti, in considerazione dell’emergente carenza di medici di medicina generale - ricorda una nota - era entrata in vigore una legge che permette, in deroga alle incompatibilità precedenti, ai medici iscritti al corso di formazione specifica in medicina generale di assumere gli incarichi convenzionali; quest’anno la legge è stata prorogata fino alla fine del 2024, integrandola inoltre all’interno del percorso formativo come tirocinio pratico, con il supporto di un tutor (che quasi nessuna Regione ha messo a disposizione). Eppure, nonostante questa legge non faccia alcuna distinzione tra le diverse tipologie di incarico e nonostante anche il contratto nazionale ne consenta l'acquisizione - si denuncia - alcune Regioni hanno deciso di escludere gli incarichi provvisori e di sostituzione, ritenendo 'poco chiara' la normativa. Ancora una volta c'è il tentativo di ridurre al lumicino la medicina generale, di spegnere l'assistenza garantita dal Servizio sanitario nazionale.

 

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