A CATANIA GIUNTA CENTRODESTRA PATROCINA INIZIATIVA GAY |
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Scritto da Noreporter
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Sabato 31 Luglio 2004 01:00 |
AL VIA PRIMO GAY MEDITERRANEAN EXPO. SE NON CI SONO SOLDI DI MEZZO, ALLORA AN APPOGGIA. ''Andare oltre, anche per evitare di consegnare fette di societa' aprioristicamente alla sinistra''. Cosi' l' assessore comunale alla Cultura, il parlamentare nazionale di An Nino Strano, spiega perche' Catania ''e' la prima citta' con un' amministrazione di centro destra a patrocinare una manifestazione di omosessuali''.
Lo fa alla presentazione del primo Gay Mediterranean Expo, che si terra' a Catania da domani al 12 agosto, al quale parteciperanno anche rappresentanze Usa e israeliana. Ci saranno incontri culturali, musica e spettacoli. Ma ''con grande riservatezza e senza esibizioni''.
''Alleanza nazionale - sostiene Strano - deve parlare con fette di societa' con le quali magari non condivide alcuni valori, come con i radicali per la droga e gli omosessuali sui temi della famiglia. Possiamo stare con gente che la pensa diversamente da noi ma che aspetta con ansia che dal centro destra nascano messaggi di grande solidarieta'''.
Secondo Strano ''Alleanza nazionale non deve andare contro ma oltre, come diceva Tatarella molti anni fa e come continua a dire Ignazio La Russa''. ''Noi dobbiamo aggregare - aggiunge - persone per bene, diverse ma che sappiano rispettare le regole''.
L'iniziativa e' patrocinata dal Comune di Catania, ma, sottolinea l' assessore 'a costo zero'. ''Abbiamo deciso di patrocinarla - osserva - perche' e' un'iniziativa priva di ostentazione, senza fenomeni da baraccone come i Gay Pride. Ci sono delle persone serie che hanno chiesto il nostro appoggio senza domandarci soldi''. Secondo il parlamentare di An ''la manifestazione non creera' problemi'' e ''non ci saranno scandali'' |
Scritto da Ansa
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Venerdì 30 Luglio 2004 01:00 |
Gli inglesi sono proprio alla frutta ... scatta il coprifuoco per i minori di 16 anni: non potranno più passeggiare nel centro storico.
Scritto da l'Adige
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Venerdì 30 Luglio 2004 01:00 |
Il Tribunale di Trento, pur riconoscendone la colpevolezza, ha disposto la scarcerazione dei 6 anarchici arrestati giorni fa. Cosa rimane? Blocchi stradali, sabotaggi ferroviari, manifestazioni non autorizzate e centro storico completamente deturpato, in sette giorni di proteste. Oltre, naturalmente, le minacce agli aggrediti ... di cui i giornali locali, in perfetto stile anni '70, pubblicano nome e cognome.  Sono liberi. Il tribunale del riesame ha accolto il ricorso dei sei anarchici arrestati con l´accusa di aver aggredito alcuni skin heads due anni fa in piazzale San Severino. I giudici Collino, Giuliani e Fermanelli hanno valutato che vi siano gravi indizi nei confronti di Marco Beaco, Mattia Dossi, Luigi Keller, Lorenzo Jorg, Massimo Passamani e Stefano Tiberi, ma, allo stesso tempo hanno considerato che non vi siano esigenze cautelari. Per questo hanno ordinato la scarcerazione dei sei anarchici. In sostanza il tribunale del riesame ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte. Le prime quattro delle sei pagine della motivazione dell´ordinanza sono dedicate a spiegare perché vi siano gravi indizi di colpevolezza a carico degli indagati. Poi, però, il ragionamento viene vanificato nelle ultime due pagine che escludono con poche righe sia il pericolo di reiterazione del reato che quello di inquinamento delle prove. Per sostenere la sussistenza del primo rischio il pubblico ministero Paolo Storari aveva addirittura depositato un album fotografico con immagini di tutto l´armamentario sequestrato in alcune abitazioni dei sei arrestati e in altri alloggi a loro disposizione. Tra gli oggetti sequestrati c´erano uno sfollagente telescopico in metallo, due catene d´acciaio lunghe 70 centimetri con impugnatura, un assortimento di bastoni e mazze da baseball, centinaia di biglie in metallo, vetro e ceramica con tanto di fionda pronta per lanciarle, caschi e protezioni da skateboard simili a quelli che vengono usati nelle manifestazioni dagli anarchici. Secondo il tribunale del riesame, però, il ritrovamento di questo arsenale non dimostra la pericolosità degli arrestati: «Anche gli esiti delle perquisizioni e la dovizia di oggetti astrattamente contundenti ritrovati non appaiono riferibili solo ad alcuni indagati in particolare, posto che le abitazioni presso le quali sono state ritrovati mazze, petardi, fionde e molto altro, unitamente a un manuale di istruzioni su come usare questi oggetti sono indicate dalla stessa polizia giudiziaria come nella disponibilità collettiva ed indifferenziata del gruppo di anarchici». Insomma non c´è la prova, secondo i giudici, che quegli oggetti fossero proprio dei sei arrestati e per questo non ci sarebbero elementi che potrebbero far pensare a un futuro utilizzo da parte loro di quelle armi improprie, anche in considerazione del fatto che Dossi e Keller sono incensurati, mentre gli altri quattro hanno precedenti non specifici. Per quanto riguarda l´aggressione al consigliere comunale di Rovereto Papolla i giudici hanno osservato che non risulta agli atti nessun documento sul procedimento. I giudici non deducono la pericolosità sociale dei sei arrestati neanche dalle frasi intercettate dalle cimici nascoste nelle loro celle. Il pubblico ministero Storari aveva depositato in particolare un passaggio piuttosto inquietante in cui in una conversazione tra Keller e Tiberi si dice: «Si sa chi sono i fasci. Alcune persone devono anche cominciare a guardarsi intorno mentre camminano». Secondo il tribunale del riesame si «tratta di minacce generiche». I giudici osservano anche che «Circa tale intercettazione ambientale non si può trascurare peraltro la circostanza espressamente indicata nella trascrizione che il dialogo è molto disturbato, sicché non è possibile ricostruire con sufficiente coerenza e completezza il suo contenuto». I giudici osservano anche «che il tempo trascorso dai fatti appare come una circostanza favorevole agli indagati che, pur continuando a far parte dello stesso gruppo, non hanno commesso reati della stessa specie di quello per il quale è stata applicata la misura».
da: "l'Adige" - 29 luglio 2004 |
America: terra promessa ma non promossa |
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Scritto da France Presse
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Venerdì 30 Luglio 2004 01:00 |
I liceali americani sono i più ignoranti del pianeta. Nell’onda lunga dell’11 settembre si vorrebbe insegnar loro la storia, la geografia e le lingue. Ma così si rischia che aprano gli occhi. Sondaggio ufficiale nei licei americani. Il 40 per cento degli interpellati non sa quale oceano separi l’America dall’Asia. L’ottanta per cento non sa bene cosa sia l’India né chi sia stato Mao Tse Tung.
Dopo l’11 settembre si è iniziato a cercare di far conoscere qualcosa del mondo agli allievi americani e si sono introdotte nozioni di cinese, russo, giapponese e italiano, ricominciando a preoccuparsi un minimo della storia. Si è iniziato anche a prendere in considerazione d’introdurre nozioni di geografia mondiale nei programmi pedagogici.
Il Financial Times ha così commentato le grandi manovre: “la conoscenza del mondo non è più in lusso, è una necessità !” C’è il rovescio della medaglia: se gli americani si metteranno a leggere e ad imparare non sarà più possibile far credere loro che sono i migliori visto e considerato che sono perdenti in qualsiasi confronto.
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Scritto da Agi
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Giovedì 29 Luglio 2004 01:00 |
Strade statali presto a pagamento. Nei libri delle elementari si definisce il medioevo come un'era arretrata durante la quale si era costretti a pagare il pedaggio sulle strade. Dopo la felice parentesi degli anni Trenta - autostrade gratuite e sistema sociale - rieccoci nell'epoca oscura.
Lunardi: l'ipotesi contenuta nel Dpef di far pagare un pedaggio sulle strade statali "e' un giusto prezzo per avere servizi di livello". . - L'idea di introdurre un pedaggio su oltre 4.000 chilometri di strade statali, inserita nel programma per le infrastrutture strategiche allegato al Dpef "e' un giusto prezzo per avere servizi di livello". Lo afferma il ministro per le Infrastrutture e i Trasporti, Pietro Lunardi, interpellato in merito a margine di una conferenza stampa. "Non sara' l'unico modo perche' abbiamo bisogno di tante e tante risorse - spiega Lunardi - pero' il fatto di pedaggiare 4.500 chilometri di strade ci dovra' aiutare". Secondo il ministro "i cittadini, se hanno un buon servizio, reagiranno sicuramente bene". In merito alle resistenze, da sempre incontrate per questo progetto, il ministro rileva come esse siano "un po incomprensibili, soprattutto nel sud dove nessuno era abituato a pagare il pedaggio. Il fatto si riduce sempre al solito: una delle forme per cui il sud e' stato sempre discriminato e' anche perche' non si pagavano pedaggi per le autostrade. Io credo che il sud debba comportarsi come il nord, anzi meglio del nord, e adeguarsi a quelle che sono le regole del paese. Se il sud avra' dei buoni servizi, e' giusto che paghi il pedaggio".
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Scritto da repubblica.it
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Giovedì 29 Luglio 2004 01:00 |
Continua l’indagine sulla setta satanista di Busto Arsizio. Non senza risvolti agghiaccianti, con tanto di balli sulla fossa delle vittime al grido di "Adesso siete solo zombie". Un delirio criminale che non nasce per caso né rappresenta un’irripetibile anomalia; al contrario, esso si alimenta della fragilità dell’uomo moderno e della sua mancanza di sovranità interiore. 
BUSTO ARSIZIO - C'è Nicola Sapone che balla sulla fossa dove ha appena sepolto Chiara Marino e Fabio Tollis e urla: "Zombie, adesso siete soltanto degli zombie". C'è ancora Sapone che soffoca le grida disperate di Tollis infilandogli in gola dei ricci di castagno. È difficile leggere gli atti delle indagini sulle Bestie di Satana. Difficile pensare che possa essere successo davvero. E l'orrore, lo smarrimento, sembrano prendere lo stesso gip di Busto Arsizio, Toni Novik, quando scrive l'ordinanza di arresto: "Questa vicenda rappresenta un unicum nel panorama giudiziario italiano... non risultano omicidi plurimi commessi da aderenti a sette sataniche... Sono fatti difficili da raccontare per chi li ha analizzati", si legge nel provvedimento. Ventinove pagine che contengono frammenti di confessioni, intercettazioni e racconti di compagni di cella delle Bestie di Satana.
L'uccisione di Chiara Marino e Fabio Tollis. "Per far tacere Fabio Tollis che, ferito a morte, urla disperatamente, Sapone gli mette in bocca un riccio di castagno e poi lo sgozza", è scritto nell'ordinanza. Ormai tutti i particolari della notte del 17 gennaio 1997 sembrano chiariti: "Quella notte sul luogo del delitto erano presenti Nicola Sapone, Andrea Volpe e Mario Maccione". Secondo la ricostruzione, Sapone si "occupa" di Fabio, mentre gli altri due uccidono Chiara. Gli omicidi vengono compiuti "con due coltelli, uno dei quali, per la foga si è spezzato nel corpo delle vittime". Poi gli assassini usano addirittura una mazza da cantiere. Racconta Pietro Guerrieri (soprannome Wedra) che aiutò a preparare il delitto e nei mesi successivi fu ricoverato per disturbi mentali: "Una martellata?... Una? Mario Maccione gliene avrà date ottanta". Infine gli assassini si abbandonano alla "dissacrazione dei poveri resti in un'orgia di sangue, l'oltraggio finale costituito dall'urinare sui cadaveri".
I tentati omicidi. Prima di uccidere Fabio e Chiara nel bosco di Somma Lombardo, le Bestie di Satana avevano già cercato due volte di eliminare i loro "amici". Il primo tentativo nel Parco Sempione, nel centro di Milano, dove il gruppo si ritrovava. "Chiara doveva essere eliminata perché l'avevano indicata gli spiriti", racconta Massimino M., uno dei pentiti. Anche lui è indagato, ma da anni è uscito dalla setta e adesso ha deciso di raccontare tutto. "Una sera hanno riempito una bottiglia di barbiturici per darli da bere a Chiara, stordirla e portarla in una zona di Milano frequentata da tossicodipendenti... qui, disse Volpe, le avrebbero fatto un'iniezione di eroina per causarne il decesso da overdose e quindi fare apparire la morte un incidente". Poi il piano andò a monte, un attimo prima dell'iniezione letale, per il passaggio di una pattuglia di carabinieri. Ma le Bestie di Satana ci riprovarono, la notte di Capodanno 97-98. Dissero a Fabio e Chiara che Satana voleva che avessero un rapporto sessuale. Li fecero andare in un luogo appartato sulla Renault 4 di Guerrieri dove erano |
Scritto da Aldo Reggiani
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Mercoledì 28 Luglio 2004 01:00 |
Nel 1988 mi trovavo a Pistoia per recitare, in una tournèe che toccava le maggiori città italiane, il capolavoro di D’Annunzio “La Città Morta”, con la direzione del più geniale regista italiano del dopoguerra: Aldo Trionfo.
Fui invitato, insieme ai miei eccellenti colleghi Alida Valli, Giulio Brogi, Raffaella Azim e Antonietta Carbonetti , a presenziare la consegna del Premio “Vallecorsi”, per giovani autori teatrali, nelle officine della Breda Ferroviaria che nella città toscana hanno sede.... A pranzo chiesi notizia al gentilissimo general manager della Breda (di cui purtroppo non ricordo il nome) e squisito nostro anfitrione, di un certo treno chiamato “Pendolino” di cui, all’inizio degli anni settanta, avevo letto le innovative tecnologie in un articolo del “Corriere della Sera” che informava anche essere stato, detto treno, messo in prova sulla linea Roma- Ancona proprio perchè, piena di curve, poteva costituire un efficace test sull’efficienza del nuovo gioiello della tecnologia italiana: di questo treno non avevo più sentito, in seguito, parlare. Quel simpatico signore mi disse:”Vede, caro Reggiani, noi (la Breda) e la Fiat sapevamo già dalla fine degli anni sessanta che in Europa si stava pensando allo sviluppo dell’alta velocità ferroviaria come mezzo principe per offrire un’alternativa più veloce ed ecologica al trasporto su gomma e che avrebbe inoltre permesso di alleggerire l’intensità del traffico su strade ed autostrade. Ma mentre i francesi ed i giapponesi si concentravano su treni che avevano bisogno di nuove linee costruite per la bisogna, noi italiani, più geniali, avevamo concepito un treno che potesse andare, per merito di un carrello ad assetto variabile, più veloce di circa il venti per cento, rispetto gli altri convogli, anche sulle linee già esistenti: ciò significa che se un treno copre un percorso in quattro ore il Pendolino poteva effettuare la stessa tratta in tre ore ed un quarto offrendo da subito un miglior servizio ai viaggiatori. Purtroppo, però, in Italia la cultura politica imperante è quella che io definisco (è sempre il manager che parla) “arabo-borbonico-papalino-spagnolesco-mediterranea”, per la quale chi è al potere elargisce favori a sudditi che, grati, “baciano le mani” confermando, con ciò, il potere di chi è al potere. Per un esponente di tale cultura di potere, un treno tra Milano e Palermo, sulla carta, c’è: che poi questo treno possa portare tremila persone quando invece la richiesta da soddisfare è di cinquemila, che copra la tratta in venticinque ore quando ci sarebbe la possibilità di compiere il percorso in dodici, che le toilettes non funzionino e che non abbia un servizio di ristoro nemmeno all’altezza di una mensa per poveri, per tale signore queste cose costituiscono particolari di secondaria importanza: non stiamo a sottilizzare. Questa è la ragione, continuava il gentile manager, per cui, pur avendo offerto su un piatto d’argento il Pendolino alle Ferrovie dello Stato, in modo che si potessero porre all’avanguardia in Europa, il treno, dopo i collaudi sulla linea Roma- Ancona, è stato messo in un deposito ad ammuffire: lo tireranno fuori per i campionati mondiali di calcio del novanta tanto per far vedere che anche in Italia abbiamo fatto qualcosa in proposito. Nel frattempo, però, a distanza di quasi vent’anni, siamo stati sopravanzati dai francesi e dai giapponesi. Il danno è stato enorme per l’economia e l’occupazione italiana perchè quando cercavamo di vende |
Scritto da Fab. Lud.
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Mercoledì 28 Luglio 2004 01:00 |
Il commercio e la vendita di animali di specie protetta continua senza tregua, perchè a quanto pare è sempre di gran moda averne uno da mostrare agli amici... Quando la gente imparerà a rispettarli e a lasciarli vivere liberi invece che rinchiuderli in un appartamento sarà sempre troppo tardi... e intanto loro, giustamente, vanno alla ricerca della libertà.. nei nostri bagni!!  DA VERONA. S’è trovata un’iguana nel tubo dell’aerazione del bagno. Per la verità, subito credeva che quell’essere animato che troneggiava nel tubo fosse un ramarro cresciuto un po’ troppo, unico essere simil-preistorico che le era capitato di vedere dal vivo. Ma poi, quando finalmente i Ranger della protezione civile hanno catturato l’animale, ha capito che si trattava appunto di un rettile esotico che di certo vive meglio nelle foreste del Messico e del centro America. Ieri mattina, una donna che abita nei pressi del Policlinico di Borgo Roma, in un appartamento al terzo piano ha scoperto che nella tubazione c’era qualcosa, o meglio qualcuno di non identificato, che sembrava una grossa lucertola. Ha allertato i vigili del fuoco, poi la forestale, alla fine ha chiamato Enrico Mezzani, che sa essere un Ranger. L’uomo s’è recato sul posto assieme alla collega Antonella Dolci e ha scoperto che il presunto ramarro era in realtà un’iguana docile, di cinquanta centimetri che s’è fatta catturare senza problemi, a dimostrazione d’essere addomesticata e abituata alla presenza dell’uomo. «Abbiamo messo l’animale in uno zaino e l’abbiamo portato da amici che hanno altri animali esotici. Abbiamo contattato la forestale, che ci ha suggerito di pubblicizzare il ritrovamento», dice il ranger, «se il proprietario dell’iguana legge l’articolo, può contattare il 333/3002658. Per riavere l’animale deve dimostrare di essere il proprietario e di detenerlo regolarmente. Se così non fosse abbiamo già persone disposte ad adottare il rettile». L’iguana è sotto la protezione della seconda appendice della convenzione di Washington, per questo la sua detenzione deve essere sempre accompagnata dal certificato Cites. Ma non è certo questo l’unico ritrovamento curioso degli ultimi tempi. Lo scorso anno sono state recuperate quattro anaconde, serpenti che in alcuni casi possono raggiungere anche diversi metri di lunghezza, che erano state chiuse in un sacchetto e gettate in un cassonetto. Gli esemplari, lunghi poco più di un metro sono stati recuperati ancora vivi. Qualche mese fa era stata la volta di alcuni serpenti in un appartamento di Corso Milano. Ma sono spesso le iguana a «scappare di casa». A Cerea, due di questi animali erano finiti a rosicchiare mais in aperta campagna e un’altra era fuggita dalla sua casa in Borgo Venezia |
Francia:inventò aggressione, condannata |
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Scritto da televideorai
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Martedì 27 Luglio 2004 01:00 |
Colpevole di simulazione di reato e condannata a 4 mesi con la condizionale. Marie Leblanc, la ragazza di 23 anni che il 9 luglio scorso denunciò un'aggressione antisemita su un treno diretto a Parigi, poi rivelatasi falsa.
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Scritto da legnostorto.com
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Martedì 27 Luglio 2004 01:00 |
Il referendum su quell'interminabile e noiso trattato tra stati che ci si ostina a chiamare costituzione rischia di essere una grandissima farsa.L'anti-europeismo non c'entra, la costituzione europea è lontana dai popoli. Prima di tutto ben poche sarebbero le persone che, prima di recarsi al voto, si siederanno nel loro salotto e leggeranno quel malloppo burocratico di 300 pagine, chi ci proverà rischierà di cadere nelle braccia di Morfeo, chi invece, armato di tanta buona volontà(e litri di caffè) riuscirà a leggerlo tutto, non ne sarà entusiasta. Il rischio è che la maggioranza dei votanti si recherà alle urne senza sapere minimamente cosa sta votando, basandosi sui consigli dei partiti di riferimento, ma è l'astensionismo, a mio parere, il rischio più grave. Questa costituzione non tocca i cuori dei cittadini europei, non fa venire voglia di Europa e entusiama ben pochi.
Chi si schiererà per il no a questa costituzione sarà molto probabilmente tacciato di essere anti-europeista da chi, invece, si spaccia per europeista convinto. Ma coloro che si dicono super europeisti sono spesso europeisti fasulli, che preferiscono sottomettersi alla maggioranza dei paesi Ue pur di fare un'europa. Sono coloro che, in Italia, dicono che una certa legge è da fare perchè è presente nella maggioranza dei paesi dell'unione Europea. Non perchè è una buona legge, giusta e da prendere ad esempio, ma perchè gli altri la hanno. Sono coloro che vogliono fare l'europa anche male, anche per niente coraggiosa e armata di poco entusiasmo, un'europa che non appartiene ai popoli, ma ai burocrati. Chi invece non vuole rassegnarsi a fare un'europa, chi vuole fare l'Europa non si deve accontentare. Se questa costituzione rappresenta le fondamenta dell'Europa, la casa che su quelle fondamenta nascerà non promette nulla di buono. Forse è meglio rifarle quelle fondamenta, forse è meglio cominciare bene dall'inizio. Forse è meglio che i popoli Europei mandino un segnale forte a Bruxelles. Non basta fare un'europa, abbiamo bisogno dell'Europa.
Luca Ponticelli |
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